venerdì 5 luglio 2024

Esistere, una lettera senza risposta

Ho chiuso le mie stanze da molto tempo. Non è stata una scelta ponderata e nemmeno voluta, si è trattato di un movimento fisiologico del tempo cui l'animo si è conformato pian piano. Negli anni gli oggetti del mio affetto, i simulacri dei miei desideri e le mie piccole gioie esistenziali si sono allontanate da questo luogo fino a svanire del tutto così le stanze sono diventate solo il riflesso, l'unico rimasto, della mia vita. Esistiamo davvero? Solo in un caso specifico, solo l'uno per l'altro e soltanto in questo rispecchiarci dentro le nostre solitudini. Due vite e due ricordi, morti noi non resterà assolutamente nulla poiché solo la memoria ci tiene in vita…. Assieme eravamo dentro la vita reale, terminata quella stagione è rimasta solo questa dimensione metafisica, un vasto territorio indefinito, un sogno, crudele a volte, ma imprescindibile. Qui, dentro la memoria di noi, è tutto al suo posto, in ordine; sfioro con lo sguardo l'insieme e, quando riesco a trattenere la commozione, ogni cosa mi appare bella com'è nella sua essenza. I visi suoni, i colori e persino i profumi non sono andati dispersi, vivono in quella perfetta armonia dalla quale, senza un perché preciso, nacquero. Anche se la distanza diventa ogni giorno più grande, le stanze sono ancora lì, intatte; niente e nessuno può scalfirle, nessun equivoco può inquinarle, io non lo credevo possibile quarant'anni fa ma è accaduto. Quando entro in quella dimensione, lentamente con una calma golosa accendo le luci e mi soffermo sulle forme e le ombre cui la luce dà vita, poi pian piano arrivano i suoni e le eco…non esistono parole per descrivere tale dimensione che non è solo temporale ma anche affettiva, sentimentale, trascendente ogni altra cosa. Fuori da qui gira un altro mondo che del primo nulla sa o intende: io non ho più interlocutori da quel lontano pomeriggio in cui ci lasciammo, in questo estremo rifugio di esistenza si aggira sempre più stanco l'uomo che hai amato.